
Cannabis Light Illegale 2025: Nuovo Decreto Sicurezza
Decreto sicurezza canapa: scatta il ricorso
Il ricorso delle imprese italiane del settore della canapa è stato depositato presso la Corte d’Appello di Firenze dai legali Giacomo Bulleri e Giuseppe Libutti, per conto delle associazioni di categoria Canapa Sativa Italia e Imprenditori Canapa Italia. L’oggetto della contestazione è l’articolo 18 del Decreto Sicurezza Canapa 2025, accusato di essere in contrasto con il diritto comunitario a causa della mancata notifica preventiva alla Commissione Europea, come richiesto dalla direttiva (UE) 2015/1535.
Una comunicazione ufficiale della Commissione Europea, datata 11 aprile 2025 e indirizzata a Raffaele Desiante, presidente di ICI, ha confermato che la mancata notifica rende la norma nazionale potenzialmente inapplicabile, ai sensi degli articoli 5 e 6 della suddetta direttiva. Si legge:
“In caso di mancata notifica di una regola tecnica e dell’adozione di una regola tecnica in violazione degli obblighi previsti, i privati possono invocare direttamente gli articoli 5 e 6 davanti al giudice nazionale, che dovrà rifiutarsi di applicare la norma.”
Questo apre quindi la strada alla possibilità concreta che l’articolo 18 venga dichiarato legalmente nullo, analogamente a quanto avvenuto con precedenti normative – come la legge sulla carne coltivata – invalidate per lo stesso motivo.
DDL sicurezza canapa: Mattarella firma
L’11 aprile 2025, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha firmato il decreto approvato pochi giorni prima dal Consiglio dei Ministri, il 4 aprile. Il testo ha ora 60 giorni di tempo per essere convertito in legge, secondo l’articolo 77 della Costituzione. In assenza di conversione parlamentare, il decreto decadrebbe, ma nel frattempo è già in vigore, con effetti devastanti sul settore della canapa industriale.
DDL sicurezza canapa: 4 aprile 2025
Il Consiglio dei Ministri ha approvato in fretta e senza confronto un decreto che modifica in maniera sostanziale la legge 242/2016, che finora tutelava la produzione e l’uso industriale della canapa.
Con l’introduzione dell’articolo 18, vengono vietate:
- Importazione
- Vendita
- Trasformazione
- Distribuzione
- Spedizione
- Consegna
delle infiorescenze di cannabis, indipendentemente dalla percentuale di THC contenuta. Inoltre, si specifica che le infiorescenze possono essere tollerate solo se destinate alla produzione di seme, e solo se tale finalità è “comprovata” da documentazione contrattuale.
L’effetto pratico? Circa 3000 aziende italiane della filiera legale della canapa – inclusi 1600 agricoltori, 800 rivenditori e 700 trasformatori – rischiano la chiusura immediata, con oltre 40.000 posti di lavoro a rischio.
Le incongruenze dell’articolo 18 del decreto legge 2025
1. Nessuna distinzione tra cannabinoidi
Il decreto non distingue tra infiorescenze ricche di THC, sostanza psicoattiva e regolata dalla legge sugli stupefacenti, e quelle che contengono CBD o CBG, notoriamente privi di effetti droganti.
2. Distinzione irrazionale basata sui semi
La distinzione botanica secondo cui un’infiorescenza con semi sarebbe lecita, e una senza no, è scientificamente priva di fondamento.
3. Nessuna norma transitoria
Le aziende che operavano nel rispetto della legge 242/2016 ora si trovano improvvisamente fuori legge, senza indicazioni su come smaltire i prodotti o gestire le scorte.
Un’interpretazione possibile: l’effetto drogante come discriminante
La legge 309/1990 punisce solo le sostanze con effetti droganti. Le aziende potrebbero continuare ad operare se dimostrano, con analisi certificate, che i loro prodotti non hanno alcun effetto psicoattivo.
DDL sicurezza canapa: settembre 2024
L’origine dell’attuale decreto risale al 2024, quando il Governo Meloni introdusse un emendamento al DDL Sicurezza per vietare la cannabis light. Nonostante la sospensione del TAR, il percorso legislativo è continuato.
Cosa prevede la nuova legge sulla Cannabis light e quali sono le conseguenze?
- Stop a tutte le infiorescenze, anche a basso THC
- Colpiti settori industriali (alimentare, cosmetico, tessile, edilizio)
- Rischio di chiusura per l’intera filiera italiana
Canapa illegale: indaga la Commissione Europea
Il 17 marzo 2025 la Commissione PETI ha aperto un’indagine, su richiesta di Canapa Sativa Italia, per verificare se il decreto viola gli articoli 34 e 36 del TFUE sulla libera circolazione delle merci.
Cannabis light illegale: la sentenza della Corte Europea
Il 4 ottobre 2024, nella causa C-793/22, la Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha stabilito che non si possono vietare infiorescenze industriali con THC < 0,2%, salvo prova scientifica di pericolosità. Nessuna prova è stata fornita dal governo italiano.
Leggi la sentenza ufficiale su EUR-LEX
Cosa dice la legge italiana sulla Cannabis?
La legge 242/2016 consente la coltivazione di canapa per:
- Uso industriale (cosmetico, alimentare, tessile, edilizio)
- Varietà certificate con THC sotto lo 0,2%
Ogni tentativo ministeriale di classificare il CBD come stupefacente è stato bloccato dal TAR del Lazio.
Cosa aspettarsi dal DDL sicurezza canapa?
- 3000 aziende a rischio
- 40.000 posti di lavoro in pericolo
- Investimenti perduti e boom dell’import estero
- Sanzioni UE potenziali per violazione del diritto comunitario
Conclusione
Il Decreto Sicurezza Canapa 2025 rischia di compromettere una filiera fiorente e sostenibile. Ma la normativa europea, i ricorsi legali e l’azione delle associazioni di categoria rappresentano ancora una speranza concreta. È fondamentale restare informati, attivi e uniti per tutelare i diritti di imprese e consumatori.