Insetto Popillia japonica visto da vicino

Scarabeo giapponese: una minaccia silenziosa per giardini, colture e prati

Un nemico verde che non fa rumore

A prima vista può sembrare un insetto qualunque: piccolo, dal corpo ovale, dai riflessi metallici. Eppure, lo scarabeo giapponese (Popillia japonica) si sta rivelando una delle minacce più gravi per l’agricoltura e il verde urbano del Nord Italia. Proveniente dall’Asia orientale, è arrivato in Europa accidentalmente e oggi è protagonista di una vera e propria invasione silenziosa.

Dove è stato trovato in Italia?

Il primo avvistamento documentato risale al 2014 in Lombardia. Da allora, la sua diffusione non si è più fermata. Oggi il coleottero è presente anche in Piemonte, Emilia-Romagna, Veneto e in alcune aree della Liguria. Le autorità temono che possa estendersi anche alle regioni centrali e meridionali, approfittando del clima favorevole e della ricca varietà di piante coltivate.

Perché fa così paura?

Il vero pericolo dello scarabeo giapponese risiede nella sua voracità. Gli adulti si nutrono di oltre 300 specie vegetali, colpendo sia colture agricole sia piante ornamentali. Le larve, invece, si sviluppano nel terreno e attaccano le radici delle graminacee, compromettendo la salute dei prati.

Una singola femmina può deporre fino a 60 uova in una sola stagione. Gli adulti sono attivi da giugno a settembre, mentre le larve restano nel suolo da agosto fino alla primavera successiva.
Ciclo biologico dello scarabeo giapponese dalle uova all’adulto

I danni: dalle viti ai giardini pubblici

In agricoltura

Le colture più colpite includono vite, mais, soia, alberi da frutto e ortaggi. Nelle vigne, le foglie vengono completamente scheletrizzate, riducendo la capacità fotosintetica della pianta. Nei campi di mais e soia si osservano danni che rallentano la crescita delle piante, mentre nei frutteti si registrano defogliazioni massicce su meli, peri e ciliegi. Anche ortaggi come patate, carote, pomodori e fagiolini non sono risparmiati.

Foglie di vite rovinate dallo scarabeo giapponese

Nei prati e nei pascoli

Le larve causano problemi gravi nei tappeti erbosi, nutrendosi delle radici. I prati appaiono ingialliti, secchi e difficili da recuperare. Nei pascoli, ciò si traduce in una perdita di produttività e in un aumento dei costi legati alla risemina e all’irrigazione.

Nel verde urbano

Anche i giardini pubblici e gli spazi verdi delle città non sono immuni. Lo scarabeo attacca alberi ornamentali come aceri, betulle, tigli e olmi, oltre a rose, arbusti da fiore e prati all’inglese. Il danno, oltre che estetico, comporta maggiori costi per la manutenzione e la gestione del verde pubblico.

Come riconoscerlo

L’adulto dello scarabeo giapponese ha un corpo lungo circa un centimetro, di colore verde metallizzato, con elitre color rame lucido. Sul lato dell’addome presenta cinque ciuffetti bianchi per lato, che lo rendono facilmente riconoscibile rispetto ad altri insetti simili.
Scarabeo giapponese adulto che si nutre su una foglia

Le trappole: una soluzione ecologica

Un metodo ampiamente utilizzato per limitare la diffusione del coleottero è la trappola a feromoni, che sfrutta sostanze chimiche naturali per attirare gli adulti e intrappolarli in una rete. Tra le opzioni disponibili sul mercato, la Trapper Popillia si distingue per essere biologica, senza veleni e di produzione italiana.

La trappola è facile da usare: si appende a circa un metro da terra in una zona soleggiata e lontana almeno tre metri dalle piante da proteggere. Quando la rete risulta piena per metà, va svuotata e gli insetti possono essere eliminati semplicemente immergendo la rete in acqua.

Altre strategie di contenimento

Oltre all’uso delle trappole, è importante adottare pratiche agronomiche efficaci. L’aratura profonda può disturbare lo sviluppo delle larve nel terreno, mentre la rotazione delle colture con piante meno gradite allo scarabeo aiuta a ridurre la pressione infestante. Una corretta gestione dell’irrigazione, soprattutto nei mesi estivi, può contribuire a rendere il terreno meno favorevole alla sopravvivenza delle larve.

La ricerca sta inoltre esplorando metodi naturali come l’impiego di nematodi entomopatogeni o di funghi come la Beauveria bassiana, oltre al potenziamento dei predatori autoctoni. In alcuni casi, laddove consentito dalla normativa, si possono utilizzare trattamenti a base di Azadiractina, un estratto naturale del neem, oppure insetticidi chimici come lambda-cialotrina o imidacloprid, il cui impiego resta comunque molto limitato.

Cosa dice la legge

Secondo il Regolamento UE 1143/2014, la Popillia japonica è considerata una specie aliena invasiva di rilevanza unionale. Questo implica obblighi specifici per il monitoraggio, il contenimento e, dove possibile, l’eradicazione del coleottero. In Italia, il Servizio Fitosanitario Nazionale coordina le attività con il supporto delle Regioni.

Cosa possono fare i cittadini

Anche i singoli cittadini possono contribuire alla lotta contro lo scarabeo giapponese. Segnalare tempestivamente la presenza del coleottero alle autorità competenti è fondamentale. È altrettanto importante evitare di spostare piante in vaso, zolle di prato o terriccio da zone infestate, per non favorire la diffusione dell’insetto in nuove aree.

L’uso consapevole delle trappole e la scelta di piante autoctone nei giardini privati possono rappresentare un contributo concreto alla tutela della biodiversità locale.

Conclusione: agire subito è essenziale

Lo scarabeo giapponese rappresenta una minaccia concreta e in crescita per l’ambiente, l’agricoltura e il paesaggio italiano. Tuttavia, una gestione integrata e condivisa, basata sulla cooperazione tra enti pubblici, tecnici, agricoltori e cittadini, può fare la differenza.

Agire ora, con strumenti adeguati e informazione corretta, è l’unico modo per contenere il problema e proteggere il nostro territorio.

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